mercoledì 29 ottobre 2008

Il Nasim e l' Anna Bianca






Erano le 5.20 e per tanto ancora buio, quando il fratello arriva a casa mia con il suo furgone, li carico la mia attrezzatura e partiamo alla volta dell’Argentario e più precisamente di Porto Ercole. Grazie a gli amici Spartaco e Patrizia del Sub Way, i quali ci hanno invitato ad un full day a Giannutri con la barca Abracadabra dell’ Argentario Divers.
Arriviamo in porto attorno alle 8.15 come da manuale e proprio assieme ai due organizzatori, li vediamo subito una persona che conosciamo, che fa parte del gruppo cioè Birba ed altre che non conosciamo oppure che conosciamo ma solo di fama, ma ben presto il gruppo che forma la barca si allarga e tutti i componenti prendono posto su di essa, anche se qualcuno non proprio in orario, infatti ci costringono a partire con circa 40 minuti di ritardo sulla tabella di marcia.
La giornata è splendida, il mare non poteva essere più calmo, la barca bella e veloce anche se la logistica non è proprio impeccabile, quindi dopo pochi minuti (circa 40 ), di navigazione raggiungiamo la destinazione prefissata, cioè Giannutri, qui dopo aver pedagnato il punto d’immersione, ancoriamo proprio di fronte alla parete dove andò a sbattere il Nasim. Qui inizia la nostra prima immersione, tutti si vestono, si tuffano ed iniziano a scendere, molti dei quali hanno in bombola miscele ternarie. Ecco che arriva anche il nostro turno, noi come al solito non abbiamo miscele ternarie, però stavolta scendiamo con un 18 litri anziché con un 15, visto l’immersione che ci aspetta. Dopo esserci tuffati facciamo una breve pinneggiata in superficie, fino a raggiungere il pedagno ma non quello messo dall’equipaggio della barca, ma quello già esistente, il quale si trova ancorato attorno alla metà del relitto, li dopo i soliti segnali di rito incominciamo la discesa, da subito ci accorgiamo che la visibilità è ottima ed intorno ai 25 metri la sagoma del relitto si fa vedere, scendiamo ancora fin proprio sulla parte superiore del relitto e cioè sulla fiancata di destra, ma non siamo contenti di ciò e guardandoci ci facciamo segno di scendere ancora fin a metà del ponte di coperta, percorriamo a quella profondità il relitto fin alla prua, dove incontriamo gli altri sub scesi prima di noi, sono ormai passati 12 minuti ed il nostro computer ci consiglia di risalire, ma un ultimo saluto lo voglio dare, fotografando l’ancora di destra, che è ancora ben riposta nel suo alloggiamento, la risalita procede con la sosta per le foto di rito al parcheggio delle macchine, e poi su su lungo la parete, con le nostre soste di sicurezza e di deco, fino in superficie. Immersione finita, risaliamo in barca dove ci aspetta uno spuntino provvidenziale, che facciamo subito dopo aver cambiato bombola per essere pronti per la prossima immersione, ma stavolta montiamo il classico 15 litri, tanto di sicuro non sarà profonda l’immersione che andremo a fare. Poco dopo però ci viene comunicato che il gruppo come seconda ha deciso di fare il relitto dell’Anna Bianca. Rimaniamo sul momento sbigottiti, due relitti in un giorno non sono sempre fattibili, ma se la maggioranza ha deciso così, perché tirarci indietro. Di li a poco il comandante della barca cambia il punto di ancoraggio, ci attacchiamo al gavitello che sale dal fondo proprio dal relitto stesso ed ecco che tutti incominciano a prepararsi, anche noi lo facciamo ed eccoci pronti per affrontare anche il secondo relitto, come prima non appena pronti ci tuffiamo, raggiungiamo il gavitello e dopo i segnali di rito, iniziamo la discesa, per quella che sembra essere l’immersione gemella di quella fatta poco prima, infatti, arrivati ai fatidici 25 metri cominciamo a vedere il relitto, il quale a differenza del Nasim, è spaccato in due tronconi ed in altre parti sparse, arrivati sul fondo percorriamo tutto il relitto in tutta la sua lunghezza avanti e indietro, soffermandoci anche in qualche suo anfratto, ritornati al gavitello il computer come per l’immersione precedente, ci consiglia vivamente di iniziare la risalita e così facciamo, accompagnati dal fondo degradante ed effettuando le dovute soste, arriviamo in superficie, ma un po’ lontano dalla barca, quindi ci aspetta una pinneggiata in superficie, che io compio senza problemi ma il fratello accusa dei crampi, allora effettuiamo una sosta provvidenziale, i crampi si placano e di li a poco raggiungiamo la barca, dove ci aspetta un delizioso pranzetto, che devo dire ci voleva proprio.
Quindi dopo aver passato una giornata splendida, con due immersioni fantastiche, non mi resta che ringraziare Spartaco e Patrizia per l’organizzazione e per il privilegio che ci hanno concesso di poter far parte del loro gruppo e devo anche scusarmi con loro per il malinteso che mi ha portato a non salutarli alla fine della giornata
Un grazie particolare al Sub Way!

Foto di Stefano Ventavoli.

domenica 19 ottobre 2008

andati con un diving tornati con un altro......

Questo articolo non vuol essere una presa in giro per chi ha fatto la cosa( anche se si è accorto in tempo dell’errore), ma solo un monito per quei diving che gettano l’ancora dove ci sono altri sub di altri diving.
Anche oggi il fratello ed io come al solito siamo andati a fare immersione dai nostri amici del Deep Inside diving center, i quali ci hanno proposto la solita, si fa per dire immersione alle Gorgonie. Attorno alle 11,30 siamo partiti con il Gigalù alla volta del sito di immersione, arrivati li e non appena ancorati, noi ci siamo subito vestiti e buttati, tanto per liberare il posto in barca e cercare di essere i primi ad immergersi, tanto per non prendersi il polverone degli altri. Siamo scesi lungo la CIMA dell’ancora ed abbiamo subito constatato che l’ancora era proprio sul canale, quindi impossibile da non ritrovare al ritorno. Svolgiamo la nostra immersione, in cui malgrado la scarsa visibilità troviamo anche il famoso Astrospartus, che da tempo staziona li aggrappato ad una gorgonia. Durante il rientro arrivati nel canale il fratello che era di fronte a me, trova un ancora e credendola la “nostra” vi inizia la risalita, ma io da subito e lui poco dopo, ci accorgiamo che qualcosa non va, infatti l’ancora era attaccata ad una CATENA e non ad una cima come la “nostra”, accortici dell’errore, ci guardiamo in faccia perplessi e continuiamo lungo il canale, dove pochi metri più avanti incontriamo subito l’ancora giusta, li iniziamo la risalita e giunti in superficie, ci accorgiamo che il diving Accademia Blu, aveva gettato l’ancora sul canale mentre i sub erano in immersione, certamente il barcaiolo, si sarà accertato che non vi fosse nessuno prima di gettare l’ancora ma secondo voi il pericolo di prendere qualcuno esisteva o no?
Io penso che non mi sarei preso la briga di fare un gesto del genere, ma non tutti a quanto vedo la pensiamo allo stesso modo.
Per fortuna non è successo niente!
Ciao a tutti alla prossima….


Testo di Stefano Ventavoli

martedì 14 ottobre 2008

una domenica "off road"




Giornata splendida, domenica, il meteo lo aveva pronosticato e così è stato. Giornata che avrebbe spinto chiunque, amante della subacquea ad approfittare dell’occasione per un tuffo.
Purtroppo un banale raffreddore, anche se forte, non mi ha permesso di tuffarmi. Ho pensato di andare ugualmente da gli amici del Chioma, tanto per fare un saluto e passare un po’ di tempo, ma poi mi salta in mano un opuscoletto che parla del salone off road a Carrara, allora mi son detto: perché andare ad incasinarsi con fruste lunghe, bibo EMDE e trimix vari. Vado a Carrara a passare una giornata diversa e così è stato, ho preso lo scooter e sono andato.
Arrivo a Carrara attorno alle 15.00 e non ho difficoltà a trovare parcheggio visto il mio mezzo di locomozione, con cinque euro compro il biglietto, entro e subito inizio a vedere i veicoli off road, ce ne sono di tutti i tipi, dai camion a otto ruote motrici a i fuoristrada preparati appositamente per fare le gare, ai quad cingolati,per arrivare ai semplici per così dire suv ed auto a quattro ruote motrici. Non mancavano certo i veicoli speciali provenienti per lo più dagli stati unti, per intenderci, pik up mastodontici e l’immancabile Hummer americana. All’aperto poi c’era una pista allestita appositamente, dove camion, suv jeep e veicoli speciali si esibivano per la gioia degli appassionati.
In somma una domenica passata diversamente, però con il solito spirito di divertimento e avventura!
Ciao a tutti alla prossima venta.

domenica 5 ottobre 2008

la sbraciata al chioma...



Mitica la sbraciata, così Mauro la chiama, che si è svolta al diving Deep Inside di Chioma!
Nonostante il tempo incerto e il vento che nei giorni precedenti, ha fatto si che oggi non si potesse uscire in barca per la nostra immersione domenicale, il ritrovo al chioma per gli affeccionados c’è stato ugualmente, ma stavolta a fare da protagonisti non sono stati i soliti, gav, mute, bombole ed erogatori, ma una bella grigliata (sbraciata) di carne con patatine fritte, piselli, dolce e caffè, il tutto gentilmente offerto dai mitici gestori del Deep Inside.
L’ afflusso è stato numeroso, c’erano, gli amici di sempre dei gestori, buona parte dello staff del diving, vari componenti delle scuole che vi si appoggiano per le immersioni domenicali, alcuni componenti del sub pistoia ed altri che non conosco.
Insomma! Anche stavolta Mauro ed Elisabetta, hanno fatto le cose in grande, per far si che i loro clienti siano sempre contenti!
Un grazie di cuore a gli AMICI del Deep Inside per la loro cortesia e disponibilità!
Ciao a tutti venta.


Testo di Stefano Ventavoli Foto di Nathalie Dezitter e Stefano Ventavoli