martedì 7 settembre 2010

Una giornata da ricordare...

Giornata veramente fantastica Domenica 05/09, passata a Giannutri in compagnia degli amici della Sub Way!
Per me la giornata inizia con il buio, infatti, mi alzo attorno alle 5.00 e guardando fuori, mi viene la voglia di tornare a dormire, ma penso a cosa mi attende, allora scatto in piedi ed in pochi minuti sono già alla guida della macchina che avevo accuratamente caricato la sera precedente.
Arrivo a Porto Ercole attorno alle 8.00 ( la partenza della barca è prevista per le 9.00), scarico le atrezzature vicino alla barca diving e vado a parcheggiare, nel parcheggio all’inizio del paese, ritornato alla barca trovo già tutti gli altri compagni d’ avventura intenti a montare le attrezzature, saluti di rito ed anche io mi metto a preparare il mio equipaggiamento, di li a poco e dopo aver espletato le formalità burocratiche la barca molla gli ormeggi.
Durante il tragitto che ci separa dall’isola viene fatto il nome di Punta Secca come prima immersione, figuratevi la mia gioia, la considero la più bella di Giannutri, ma poco dopo il comandante ci informa che dovremo ripiegare sul Nasim per problemi di onde.
Anche Il Nasim è una bella immersine mi dico, quindi non rimango deluso e non appena la barca viene ancorata, subito mi accingo alla vestizione, la mia compagna e gli altri del gruppo, di li a poco sono pronti anch’essi, quindi non appena entrati in acqua iniziamo a pinneggiare verso il punto dove dovremo scendere che dista un centinaio di metri dalla barca, un leggera corrente contraria ci rende più faticoso il percorso, tanto che devo aiutare la mia compagna, arrivati tutti sul punto prestabilito ci scambiamo i segnali di rito e giù nel blu più assoluto per circa 50 metri, ma arrivati attorno ai 25 metri uno spettacolo si presenta ai nostri occhi, infatti il relitto è pienamente visibile in tutta la sua maestosità, da li capiamo che la visibilità sarà delle migliori, infatti così è, e percorrendo la nave da poppa verso prua, si fanno dei bellissimi incontri come due scorfani che sembravano aspettare che li fotografassimo.
Percorrendo il relitto il tempo passa inesorabilmente ed arrivati al “parcheggio” sono ormai trascorsi 17 minuti ed io che sono l’unico del gruppo a non usare miscele ternarie, consultando il mio computer e la mia scorta di gas decido che è meglio iniziare la risalita, che mi porterà ad uscire dall’acqua dopo 50 minuti e con un sorriso stampato in viso, pienamente appagato dall’ immersione appena conclusa, non sapendo però che le sorprese non erano finite.
Infatti, dopo essersi rifocillati con un delizioso spuntino come sempre offerto dall’equipaggio della barca, ci spostiamo verso il secondo puto d’ immersione che da subito a me pare di riconoscere, così era infatti, siamo a Punta Secca, la mia eccitazione è alle stelle mi preparo in fretta, una volta pronto aspetto gli altri che si immergeranno con me, ma fremo dalla voglia di scendere, passato poco tempo tutti sono pronti, controlli di rutine e giù, subito dopo pochi metri guardando nel blu facciamo il primo fantastico incontro, infatti un branco di grossi dentici ci passa davanti in parata, passati questi la parete ci si presenta di fronte “chiamandoci” a visitarla e così facciamo, tutta la sua maestosità ci si para dinnanzi e con la sua bellezza ci regala anche incontri speciali come: Scorfani enormi, una bellissima Musdella ed una Murena fuori tana.
Il tempo passa ed è giunto il momento di risalire, ma le sorprese non sono ancore terminate, infatti durante la risalita guardando nel blu,un gruppo di Barracuda ci saluta allontanandosi. L’immersione è finita, solo il tempo di esaurire la deco accumulata e siamo fuori, soddisfatti degli incontri fatti in questa immersione , in quella precedente e della compagnia del gruppo che come al solito è delle migliori.
Concludendo, ringrazio l’Argentario Divers e la mitica Sub Way per la fantastica giornata trascorsa assieme a dei veri amici.
Grazie a tutti!
Venta.

lunedì 23 agosto 2010

due pesi, due misure...

Proprio in questi giorni mi è giunta una notizia, della quale avevo da tempo dei sospetti, ma non volevo crederci.
In un diving della zona ho saputo che gli istruttori hanno un trattamento particolare anche se allievi non né portano.
La cosa non è affatto grave se non che, anche io sono un istruttore certificato ( cosa conosciuta da tutti ed anche dai gestori del diving). Nel suddetto diving, io non ho mai avuto dei trattamenti particolari, anche se nei momenti di bisogno mi sono sempre dato da fare per portare il mio aiuto.
Ma certamente questi signori i trattamenti di favore li riservano a tipi d’eccellenza od a istruttori più qualificati.
Io qui nel mio blog ringrazio questi signori per la loro calorosa accoglienza che ogni volta che mi vedono mi fanno, sperando che non sia solo un accoglienza di facciata.
Personalmente ho fatto molte immersioni con tale diving e non è detto che non ne faccia altre, basta sapere come comportarsi.
Ciao a tutti venta.

martedì 27 luglio 2010

L'ancora nella buca....

Una altra bellissima giornata passata in compagnia degli amici del Sestante Diving di Castiglione della Pescaia!
Giornata già movimentata e ricca di emozioni fin dalla pianificazione che a causa di un incidente occorsomi qualche giorno fa, mi ha costretto da prima a disdire e poi a cercare nuovamente il posto in barca.
Trovato il posto si, ma non sulla barca, sul gommone, ma in compagnia di amici uno in particolare con cui non facevo immersioni da tempo.
In compagnia dell’amico descritto arrivo al diving di buon ora, ma alcuni amici erano già li, subito non si risparmiano i saluti e le prese in giro, dopo di che ci presentiamo a Sandro ed al suo staff, che come sempre ci accolgono con cordialità e gioia.
Iniziamo subito a preparare le attrezzature, intanto i passeggeri della barca, che altri non erano che il gruppo di scacazzati della Sub Way, arrivano alla spicciolata, di li a poco siamo pronti a partire, tutti a bordo e via ad una velocità di crociera di circa 25 nodi verso le mitiche Formiche di Grosseto, arrivati sul posto, prima immersione di rito alla Secca di Zi Paolo, dove la visibilità anche con il mare del giorno prima (mosso) supera abbondantemente i 25 metri (30 a detta di Sandro), li facciamo il giro della Cattedrale, con incontri degni di nota, come Barracuda grossi Dentici, Musdelle, Murene Ecc.
Risaliamo in superficie dopo circa 45 minuti di immersione e non prima di esserci quasi presi un ancora in testa dai soliti stronzi che certo non rispettano la distanza di sicurezza dalla bandiera del sub in immersione.
Saliti sul gommone subito l’equipaggio, lo chiamo così quasi a presa in giro, perché oltre ad essere , si l’equipaggio, sono anche degli amici, ci rifocilla con del riso freddo, questo prima di “abbordare” la barca del diving per l’immancabile aperitivo, la pasta il dolce ed il caffè.
Un po’ di meritato relax e poi pronti per la seconda immersione alla formica di mezzo per vedere la famosa Bifola , qui durante l’ancoraggio Sandro dice che l’ancora e posizionata in una buca e io lo derido dicendo che non è possibile, ci prepariamo e sempre accompagnati dal mitico Sandro scendiamo fino a vedere la famosa Bifola a circa -63 metri, ci rimaniamo solo pochi minuti perche gli strumenti ci ricordano che è ora di incominciare la risalita, che certamente non manca di riservarci fantastici incontri (peccato non aver portato la macchina fotografica), uno in particolare, una piccola buca con un diametro di non più di 20 centimetri dove si trovano strani gamberetti ( una specie che non avevo mai visto prima) ed un piccolo astice, arrivati in prossimità dell’ancora essa si trovava esattamente in una buca, proprio dove Sandro mi fece notare doveva essere, li smaltimmo la deco accumulata, per poi risalire.
Sul gommone non mi rimase che dire avevi ragione te! Ma questo con soddisfazione e non certo con rammarico, questo a sottolineare la professionalità, la bravura del mitico Sandro!
Dopo il rientro in porto durante le fasi di riordino dell’attrezzatura non mancarono i saluti e baci (quelli solo alle donne) a tutti gli amici che avevano partecipato alla splendida giornata.
Ringrazio, senza fare i nomi: I quattro amici che erano con me sul gommone, gli altri passeggeri del gommone, tutti i componenti della Sub Way e l’equipaggio delle due barche, per la splendida giornata che mi avete fato passare.
Grazie a tutti a prestooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Venta.

lunedì 14 giugno 2010

Le Formiche con il Sestante...



Proprio una bella giornata quella passata ieri alle Formiche di Grosseto con gli amici della Sub way e con l’indimenticabile Sestante Diving.
Salpati come al solito alle 9.00 dal porticciolo di Castiglione della Pescaia con la mitica Tripesce ci dirigiamo verso la nostra meta, ma appena usciti dal ridosso di Punta Ala subito ci accorgiamo che non sarà una giornata di mare calmo, ma nemmeno da creare disagi apparenti.
Arrivati sul luogo ci ancoriamo come di solito sul cappello della Secca di Zi Paolo e da subito ci accorgiamo che in superficie c’è una discreta corrente, la nostra guida Cinzia (grazie Cinzia e scusa per aver mal interpretato un tuo segnale) ci fa il breefing dell’immersione anche se non siamo neofiti del luogo e ci comunica che andremo a vedere la grotta dei gamberi, io subito ne sono entusiasta e anche gli altri con me.
Tutti pronti attrezzature indossate e come al solito sono il primo ad entrare in acqua, mi aggrappo alla cima di corrente , mi faccio passare la de compressiva che mi assicuro non senza qualche difficoltà, da li inizio a dar mano agli altri sub che via via entrano in acqua qualcuno comincia anche a lamentarsi della fatica che si fa a tenersi alla cima di corrente, io sarà per l’emozione o che altro ma questa fatica non la sento proprio. Finalmente siamo tutti in acqua e la guida fa segno di scendere, io come al solito sgonfio il gav e giù, dopo pochi metri (2-3) constato con piacere che la corrente è diventata leggerissima tanto da non dare fastidio durante l’immersione, scendiamo fino a raggiungere la famosa grotta dei gamberi, la vediamo, gli scatto qualche foto e poi gli strumenti ci dicono di risalire, arrivati alla tappa dei 6 metri mi accorgo che la corrente è nuovamente rinforzata mi aggrappo al fondale ed aspetto che tutti abbiano smaltito la deco, prima di risalire in superficie. Non appena metto la testa fuori, mi accorgo che il mare è completamente cambiato e ci sono delle grosse onde che fanno si che la risalita dalla scaletta sarà difficoltosa, penso un attimo al da farsi e da subito mi accorgo che passare l’attrezzatura è una cosa presso che impossibile, quindi decido di salire con tutta l’attrezzatura indosso e credo che questa sia stata la cosa che mi ha salvato da sicuro sballottamento, infatti in due secondi ero sopra la barca tutto integro, qui aiutato dal personale mi svesto rapidamente per poter dar mano a gli altri sub in difficoltà cosa che faccio fino all’arrivo del fratello a cui lascio questo onere.
Una volta che tutti sono a bordo subito andiamo al ridosso della Formica Grande e qui ci facciamo l’immancabile “sgranata” dopo di che la guida chiede chi farà la seconda tutti si guardano negli occhi e prontamente rifiutano, tranne io e altri tre ( poi uno di questi non scenderà per un problema che non ho capito bene).
Si approntano due guide infatti i gruppi saranno 2 causa diversità di brevetto, ma l’entrata in acqua sarà fatta in corrente cioè senza ancoraggio, ci prepariamo mentre la barca raggiunge il punto d’immersione pronti via io come al solito mi butto per primo ma arrivato in acqua il mio compagno e la nostra guida sono già al mio fianco ed essa mi fa segno di scendere, non perdo tempo, sgonfio e giù per un'altra bellissima immersione alla Formica di Mezzo dove riesco anche a fotografare il mitico Astrospartus. Durante la sosta a 6 metri lanci anche il pedagno ma la corrente fa da padrona, arrivato in superficie mi assicuro il reel al gav e mi accingo ma montare in barca come nell’ immersione prima, cosa che faccio senza troppe difficoltà.
Messe in sicurezza le attrezzature la barca lascia l’ancoraggio che nel frattempo aveva fatto per dirigersi verso la costa, il viaggio sarà lungo e non privo di difficoltà ma grazie all’abile barcaiolo quella che sembrava essersi trasformata in una domenica da dimenticare almeno per me è stata un'altra domenica fantastica come d’altronde tutte quelle passate con il Sestante Diving!
Grazie e a presto Venta!

domenica 2 maggio 2010

la tana della rana...

Era sabato primo Maggio quando essendomi recato dagli amici del Deep Inside diving center a fare un giro con lo scooter, visto che immersioni non ne potevo fare causa lavoro.
In questa giornata un vento teso proveniente da sud faceva presagire che il giorno successivo non si sarebbe potuto andare in acqua causa mare mosso, ma in tre temerari, decidemmo di trovarci ugualmente il giorno successivo alle 10.00 sul luogo ma con scarsa probabilità di fare un immersione.
Arrivati sul posto la mattina successiva sotto una pioggia battente, ci accorgiamo però che il mare non è affatto mosso e la visibilità sembra essere discreta. Consultandoci con i proprietari del diving, decidiamo di uscire e così facciamo portandoci ad ancorare sul sito della Casina Bianca, scesi su di fondale di circa 27 metri facciamo l’incontro che ci ripaga di tutto il tempo e la fatica dedicata a preparare ed effettuare questa immersione, infatti, incontriamo adagiata su la sabbia una Rana Pescatrice di dimensioni notevoli, li ci mangiamo le mani per non aver portato con noi la macchina fotografica per poter documentare l’incontro.
La giornata si conclude poi con un pranzo in assoluto relax al ristorante del Chioma.
D’obbligo è un ringraziamento a Mauro ed Elisabetta che hanno fatto si che quest’incontro avvenisse, portandoci fuori in barca anche solo in tre.
Ed un altro ringraziamento speciale và ai miei due compagni d’immersione, due compagni con la C maiuscola.
Grazie per la splendida giornata!

domenica 4 aprile 2010

L'enigma della pinna...

Ho sentito voci che mi confermano che molti di voi sono curiosi di sapere che cosa è successo domenica scorsa nelle acque di Giannutri.
Ebbene vi rivelerò alcuni dettagli di come un subacqueo con esperienza pluriennale e con all’attivo circa 500 immersioni ha da prima fatto una grossa cavolata e poi ha gestito una situazione potenzialmente pericolosa per la vita stessa in maniera da non provocare nessuna conseguenza.
Adesso chi leggerà questo articolo certamente farà delle insinuazioni sul modus operandi nella gestione dell’emergenza.
Ci immergiamo alla secca dei Piemontesi nelle acque di Giannutri, la profondità pianificata è di 50 metri, io ed il mio compagno dopo aver indossato l’attrezzatura ed aver controllato che tutto fosse in ordine con il controllo pre immersione, ci diamo l’ok ed incominciamo a scendere, fin qui tutto bene, proseguiamo la nostra immersione fino a che non decidiamo di iniziare la nostra risalita, il computer comunicava che dovevamo effettuare 3 minuti di sosta di decompressione a 3 metri prima di poter uscire dall’acqua, ma noi sapevamo benissimo che avremo accumulato altri minuti di deco durante la nostra lenta risalita. Giunto al punto in cui inizio a dover scaricare il gav, mi accorgo che questo non scarica attraverso il vis, nessun problema, con un colpo di pinna mi metto in posizione da poter scaricare con la valvola posta nella parte bassa del sacco, se non che nel momento in cui mi accingo a dare il famigerato colpo di pinna, essa esce dal mio piede lasciandomi in balia del sacco che non scarica, anche qui niente paura, mi metto in posizione verticale ed incomincio a scaricare attraverso il vis che in quel momento non so per quale motivo scarica normalmente, ma intanto il tempo passa e l’aria contenuta nel sacco incomincia ad espandersi e la risalita comincia a diventare troppo veloce, non ho certo l’opportunità di mettere le famose pinne in opposizione visto che ormai me ne era rimasta soltanto una e nemmeno di nuotare con decisione.
A questo punto il computer incomincia ad impazzire ed il mio compagno non rischia certo una pallonata per raggiungermi, così che perdo il contatto con esso.
Raggiunta una certa quota il gav e la muta stagna si svuotano e tornano da prima ad essere neutri poi subito dopo negativi, così che re inizio a scendere, e nel tempo che impiego a rendermi conto della situazione, a passare dal principio di panico dovuto alla medesima ed ad elaborare il da farsi, la profondità diventa nuovamente impegnativa così che il mio computer mi dice che mi devo fermare 3 minuti a 15 metri e che mi occorrono 46 minuti di sosta di decompressione prima di poter uscire dall’ acqua.
In questo momento, solo e senza una pinna, cosa fare?
Consapevole della situazione in cui mi trovavo e consapevole di aver sufficiente gas in bombola per poter terminare tranquillamente l’immersione, ero anche consapevole di aver con me una S 80 (qui i sub più esperti sanno di cosa sto parlando) con all’interno 200 bar di EAN 50 quindi in assoluta sicurezza per quanto riguarda i gas.
Da qui incomincia la mia risalita solo e senza l’ausilio di una pinna verso la superficie che raggiungerò dopo 77 minuti in assoluta tranquillità, (tranne naturalmente per l’angoscia di non saper che cosa poteva essere accaduto al mio compagno) la maggior parte dei quali trascorsi da solo e senza la famosa pinna, la quale fa la sua apparizione in bella vista in un filmato apparso su you tube.
Adesso, dopo le critiche che riuscirete a fare sul l’accaduto e dopo le famose prese in giro del caso, vi chiedo: Cosa avreste fatto voi al mio posto cari sub esperti e non?
Concludendo ringrazio tutti coloro che mi hanno prestato assistenza durante l’accaduto ed in particolare il mio compagno d’immersione che è riuscito a gestire la sua risalita dopo aver perso il contatto con il compagno, nonché tutti i componenti del gruppo di cui faccio parte per la loro simpatia, solidarietà e amicizia dimostratami in questa e in tutte le circostanze.
Grazie ragazzi!
Venta.

domenica 14 marzo 2010

Leggendo qua e la...

Ogni tanto mi piace curiosare qua e la fra i vari siti della subacquea, non mancano certo le notizie curiose e nemmeno quelle importanti, ma quando vedo certe cose mi viene da ridere, ma forse sarebbe da piangere. Ho trovato fra i membri staff di un club persone che certamente non mi aspettavo di trovare, anche perché come forse tutti sanno, per essere membri staff di un club subacqueo, a meno che non si abbiano ruoli che non abbiano attinenza con l’acqua, bisogna essere brevettati Divemaster o più.
Qui trovo certi elementi che o hanno fatto più cavolate di un allievo open wather alla sua prima immersione in acque confinate, oppure hanno timore di profondità che superano i 25 metri, lo so un sub non si misura in metri ma in “centimetri”.
Comunque spero che tali elementi non siano stati messi per fare numero.
Meditate gente prima di andare in acqua!

giovedì 4 febbraio 2010

il Pozzo del Merro

Nel comune di Sant’angelo Romano in località Selva celato da una macchia di vegetazione che a niente fa pensare oltre che ad un normale boschetto, c’è un cenote chiamato: Pozzo del Merro, questa formazione carsica ( cioè dovuta all’erosione degli agenti atmosferici) ha una particolarità, è la più profonda del mondo con i suoi 392 metri misurati.
Questa area tropicale trapiantata nel centro Italia, tanto da essere quasi un paradosso geografico, ha un imbuto con un diametro di 180 metri, che sprofonda per 70-80 metri fino ad un laghetto quasi completamente nascosto dalla vegetazione, ha un diametro di 10 metri e funge da ingresso nel cenote , il quale sprofonda per 392 metri ed è composto anche da varie grotte che si aprono orizzontalmente lungo la discesa.